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venerdì 28 marzo 2025
 
 
PRESENTAZIONE DELL'VIIIª ASSEMBLEA CONGRESSUALE LEGACOOP IMOLA Stampa E-mail

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“COOPERARE PER CAMBIARE UN NUOVO EQUILIBRIO SOCIALE”
sarà questo il tema centrale dell’VIIIª Assemblea Congressuale Legacoop Imola, convocata dall’Assemblea dei Presidenti, per giovedì 10 febbraio 2011 dalle ore 16,00 presso la Sala Assemblee della Cooperativa Sacmi. 
L’VIIIª Assemblea Congressuale Legacoop Imola, che si svolgerà in preparazione del 10° Congresso Legacoop Emilia Romagna previsto per l’11 marzo p.v. a Bologna e del 38° Congresso Nazionale Legacoop previsto per il 6 - 7 – 8 aprile p.v. a Roma, vedrà la presenza di 140 delegati in rappresentanza degli oltre 67.000 Soci delle 66 Cooperative ed Imprese aderenti.  Il 38° Congresso Nazionale rappresenta per Legacoop l'occasione per sviluppare una riflessione di grande spessore e ricca di conseguenze. Dall'analisi e dalle proposte che i cooperatori e le cooperatrici sapranno elaborare dipenderà in modo rilevante la qualità dell'azione che la nostra Associazione sarà in grado di sviluppare nel futuro prossimo e, conseguentemente, il valore del contributo che potrà dare alle associate al fine di rafforzare i propri percorsi di crescita. Tre sono le priorità che dovranno emergere da questa fase con forza: il lavoro, i giovani ed il welfare. Queste tre aree andranno declinate nel pieno delle trasformazioni che stanno avvenendo nel Paese, ma anche nei nostri territori, a partire da quelle economiche e sociali, frutto della globalizzazione, fino a quelle determinate dalla crisi. L'urgenza di trovare risposte alla fase di profonda crisi che l'economia globalizzata e, nello specifico, la nostra economia nazionale stanno attraversando, chiede una grande concretezza. Per praticarla è oggi necessario non limitare l‘analisi e le risposte al breve respiro. Le proposte di Legacoop saranno quindi concrete solamente se avranno alle spalle una riflessione forte sulla natura della crisi, sulle sue origini, sui suoi effetti economici e sociali di lungo periodo. L’ingiusta distribuzione della ricchezza che è stata una delle cause della crisi va superata. Pensiamo ad un futuro dove ci sia più equilibrio tra individuo e Comunità, tra attività economiche e non economiche, tra stato e mercato, tra presente e futuro. Pensiamo ad un futuro dove la società non è la somma di individui isolati, ma è fatta di persone che costituiscono Comunità.Scegliamo la crescita sostenibile che allarga e consolida la democrazia e la libertà, che apre nuove prospettive per tutta la società ed in particolare per le giovani generazioni.Senza egoismi e chiusure, la creazione di opportunità e di spazi per le giovani generazioni deve costituire un impegno di tutta la società.  E’ in questo contesto che collochiamo la nostra idea di nuovo rapporto tra bene comune ed azione collettiva.C’è bisogno di una nuova interpretazione della sussidiarietà quale risposta ai cambiamenti sociali, al crescere delle domande sociali, alla rideterminazione delle politiche pubbliche.Con la riflessione ed il dibattito congressuale dobbiamo sforzarci di immaginare la società che vogliamo, candidando la cooperazione ad un ruolo da protagonista.  Dobbiamo superare ogni residua visione minoritaria ed affermare con forza il nostro modello culturale: in concreto, la nostra idea di società e di economia, che vede nelle cooperative un attore fondamentale, capace di praticare in sé la giusta armonia tra lavoro, economia e benessere. Utilizzare la forma cooperativa, come risposta imprenditoriale per organizzare forme di auto aiuto nelle Comunità e per assicurare la soddisfazione ai bisogni delle persone in tutte le parti del Paese: questo è il progetto culturale, economico e di coesione sociale su cui noi vogliamo puntare con grande forza. Pertanto, i principali aspetti da approfondire, a questo fine, sono:

·           La crisi. Nel corso dell’ultimo decennio, ben prima che si manifestasse la recessione mondiale, l’Italia ha registrato un tasso di crescita annuale costantemente inferiore di circa un punto rispetto a quello della media dei paesi della UE a 15. Su questo scenario si è abbattuta, a partire dal 2008, la crisi internazionale più violenta del secondo dopoguerra. E’ necessario partire da una analisi e lettura condivisa della crisi, della situazione del Paese e del sistema imprenditoriale, con un approfondimento specifico in merito a come le imprese cooperative hanno affrontato la crisi, alle azioni  avviate per fronteggiarla, passando alle sfide in campo. Per affrontare adeguatamente il nuovo contesto occorre un pensiero nuovo, fondato sul lavoro, su un diverso rapporto tra economia e finanza, su una diversa distribuzione dei redditi ed anche dei carichi fiscali. Superata la fase delle risposte all’emergenza, bisogna individuare e sostenere un nuovo paradigma di società, una nuova fase di crescita, intesa come bene comune, orientata verso uno sviluppo sostenibile, da un punto di vista sociale, economico, ambientale, basata sulla democrazia e la legalità, orientata a prospettive di lunga durata, che apra concrete opportunità alle giovani generazioni. ·         La Cooperazione. La cooperazione nel corso dell’ultimo decennio ha accresciuto il proprio peso percentuale come numero di imprese, come fatturato, come addetti. Occorre ragionare sul suo riposizionamento, partendo dal suo ruolo, da come e sulla base di quali motivazioni è profondamente cambiata in questi anni e da come, anche per questo, può rappresentare uno dei “ponti” per favorire l’attraversamento della crisi, in quanto:a.        forma d’impresa in grado di dare risposte concrete ai bisogni delle persone (lavoro, abitazione, consumi, servizi, ecc.);b.        racchiude in sé un’idea di crescita equilibrata ed una visione di medio-lungo periodo (intergenerazionalità dei patrimoni e delle persone);c.         declina (come impresa) e pratica (da parte dei propri soci) principi e valori,  (storici ed attualizzati). Le azioni individuate per sostenere questo percorso:1.        promuovere la cooperazione (quella esistente e la nascita di nuove), in particolare in settori innovativi;2.        attività di formazione cooperativa, per qualificare le basi sociali e gli amministratori;3.        sostegno alla crescita della dimensione imprenditoriale;4.        favorire e supportare processi di internazionalizzazione;5.        sostenere processi ed attività di innovazione e ricerca;6.        adeguamento e rafforzamento della strumentazione finanziaria di sistema per le cooperative (Coopfond; Cooperfidi Italia; Cooperare; Cooperfactor; nuovi strumenti per smobilizzare patrimoni “dormienti”);7.        l’indipendenza dalla politica, dalle istituzioni e da ogni forma di condizionamento viene reputata un valore, pertanto si ritiene necessario ricercare un confronto ed avere una interlocuzione con tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali, senza preclusioni che, pensando al futuro, vedono l’impresa cooperativa come uno strumento di emancipazione sociale, di tutela e difesa del diritto al lavoro, utile per l’economia, le persone e la Comunità;8.        l’unità cooperativa tra le associazioni di rappresentanza, costituisce un obiettivo prioritario. La decisione già assunta da Legacoop, Confcooperative ed Agci, di dare vita ad un Coordinamento Unitario Nazionale dà formale avvio al processo. I prossimi anni rappresentano il periodo in cui cercare di sperimentare le più opportune forme per dare continuità e sviluppo al processo, a tutti gli ulteriori livelli (settoriali e territoriali);9.        il nuovo clima fra le parti sociali: per accelerare l’uscita dalla crisi le organizzazioni imprenditoriali e sindacali hanno avviato un tavolo di lavoro comune sui temi della crescita dell’economia e dell’occupazione. L’autonoma iniziativa delle parti sociali nasce dalla constatazione della evidente crisi della politica e della incapacità del Governo di individuare e promuovere politiche per lo sviluppo da affiancare alla salvaguardia dell’equilibrio dei conti pubblici.   ·         Azione collettiva e bene comune. L’Italia ha bisogno di coesione nazionale, è necessario uno sforzo nazionale per raffermarla, ribadendo, mentre se ne celebra il 150° anniversario, il valore dell’unità del Paese, che resta una conquista preziosa ed un ancoraggio irrinunciabile e pertanto il federalismo avviato, una volta individuati, declinati e condivisi gli indispensabili contenuti, deve essere improntato ad un federalismo solidale.   Per uscire dalla crisi è necessario che si riprenda un nuovo cammino di sviluppo sostenibile di tutto il Paese ed è indispensabile che tutti operino per il perseguimento di un risultato, di un obiettivo, che deve essere superiore ai meri interessi dei singoli.  A questo fine sono indispensabili politiche pubbliche per il rilancio dell’economia, andando ad individuare le reali priorità, sulle quali concentrare le poche risorse disponibili (tenuto conto del nostro debito pubblico): scuola, ricerca, innovazione, infrastrutture, imboccando la strada delle semplificazioni e delle liberalizzazioni. Operare pertanto in direzione di una società più giusta, con efficaci politiche a sostegno delle famiglie, con serie politiche di accoglienza e di integrazione. Sono quattro i “beni pubblici” attorno ai quali è necessario disegnare possibili azioni collettive, ossia azioni di cooperazione tra più attori, pubblici e privati, per determinare un “guadagno” in termini di efficienza e di efficacia che nessun attore, da solo, potrebbe conseguire:      i.          eliminare le distorsioni del mercato ed aumentare il pluralismo dei soggetti   imprenditoriali (legalità; rispetto delle normative; sicurezza sul lavoro; evasione fiscale; ritardi nei pagamenti dalla P.A.; politiche di liberalizzazioni);   ii.          dare valore al lavoro (conseguire un giusto mix fra flessibilità e sicurezza, senza smantellare i diritti acquisiti e le protezioni esistenti. E’ poi necessario avviare all’interno delle cooperative e fra le basi sociali una riflessione sul tema della produttività del lavoro, il tutto collegato al nostro apparato valoriale); iii.          riconquistare  un orizzonte di medio-lungo periodo;  iv.          cogliere le opportunità per qualificare la crescita.  ·         Le opportunità. La sfida di oggi non è diversa da quella di ieri: da un lato attraverso la ristrutturazione e riorganizzazione delle cooperative esistenti, dall’altro promuovere la cultura e la nascita di nuova cooperazione, in particolare in settori innovativi, offrire pari opportunità a tutti, difendere il merito delle idee e delle competenze, allargare gli spazi di giustizia sociale, tutelare i diritti allargando la sfera delle opzioni individuali, contrastare i comportamenti anomali nel mercato con il rispetto delle regole e con una effettiva competizione. A titolo esemplificativo rilanciare la promozione di cooperative del sapere; cooperative di Comunità; cooperative del nuovo welfare (nuovo rapporto fra Stato e società civile: da Stato erogatore a Stato promotore e controllore).   ·         Il patto associativo. Il profilo di Legacoop che vogliamo affermare, partendo da nostri valori e dalla nostra identità, è quello di una moderna associazione di rappresentanza imprenditoriale che - con una propria distintività, riconosciuta nella Carta Costituzionale ed attraverso precisi atti legislativi - interpreta un’autonoma e diretta funzione sociale in forza della responsabilità che le deriva dalla rappresentanza di migliaia d’imprese, di milioni di cittadini e cittadine, soci e socie delle cooperative.  Le politiche associative da presidiare principalmente sono dunque quelle finalizzate a:a.        sviluppare e promuovere la cultura cooperativa;b.        garantire una funzionale  e ricca vita democratica (la governance);c.         esercitare un‘efficace azione di rappresentanza e garantire servizi efficienti agli enti aderenti;d.       garantire un efficace e puntuale presidio delle funzioni legislative delegate in materia di  revisione e vigilanza cooperativa. ·           Cittadini attivi e responsabili. Si fa strada - per salvaguardare l’universalità dei diritti, per non far scadere i livelli delle tutele sociali, per migliorare la qualità delle prestazioni e l’efficienza delle modalità di erogazione - l’idea di un diverso rapporto tra Stato, mercato e società. Accanto all’intervento dello Stato, si prefigura una più diretta ed autonoma assunzione di responsabilità da parte dei cittadini e delle Comunità per la soluzione dei bisogni comuni. Su questa strada la cooperazione c’è fin dalla sua nascita. Le cooperative e le mutue sono una forma originale di sussidiarietà orizzontale.  Esse sono fatte da persone che si auto-organizzano in forma imprenditoriale per risolvere problemi e bisogni, che scelgono di farlo insieme secondo principi e modalità democratiche e mutualistiche, che partecipano in forma paritaria al governo della propria impresa, che tengono aperte le porte per altre persone con gli stessi bisogni e problemi, che non si appropriano degli utili realizzati negli anni, ma li lasciano nell’impresa per le generazioni future.  In un modello di nuovo “protagonismo sociale” in Italia, la cooperazione e la mutualità, a partire dalle tante esperienze esistenti e dalla consolidata vocazione a fare rete, si propongono come l’infrastruttura sociale diffusa che arricchisce l’economia, rafforza lo “spirito civico”, crea mobilità e capitale sociale. Candidandosi ad affiancare l’intervento pubblico nello sviluppo di un nuovo modello di protezione sociale e dei servizi di pubblica utilità che lasci più spazi, nell’ottica di una migliore efficienza, all’autonoma organizzazione dei cittadini sia sotto il profilo della aggregazione della domanda che della produzione dei servizi. 

L’VIIIª Assemblea Congressuale Legacoop Imola non dovrà pertanto essere solo una ricorrenza rituale, ma l’occasione per riaffermare i nostri valori, rinnovare le nostre strategie, precisare il nostro ruolo, il nostro autonomo contributo ad una diversa e più qualificata crescita del territorio e del Paese. Tutto questo deve rappresentare per noi non solo uno stimolo, ma anche una sfida. A cominciare dalla lotta alle cooperative spurie, che sono un nemico della cooperazione, un soggetto che comunque opera sul mercato e fa concorrenza sleale a chi invece opera correttamente, un tumore che va rimosso con l’azione congiunta di una pluralità di soggetti, a partire dagli enti preposti alla vigilanza, dalle istituzioni e dai sindacati.

 

Partendo dall’analisi economica, sociale e politica della situazione attuale, si evidenzia come la cooperazione possa giocare un grande ruolo in questa fase di crisi e di transizione. Ma questo ruolo la cooperazione lo potrà giocare “attrezzandosi” meglio, sviluppando una propria cultura non subalterna all’impresa privata, dotandosi di strutture che possano “pensare e progettare” il cambiamento, adeguando e migliorando anche la “governance” delle imprese cooperative, contribuendo a ricostruire un patto tra il mondo del lavoro e le imprese.

 

La grande importanza della molteplicità delle forme di impresa, il potenziale della cooperazione per costruire una società coesa, oggi più necessaria che mai ed un nuovo rapporto tra economia e morale: sono anche questi alcuni degli aspetti che saranno posti alla base del dibattito precongressuale.

 La centralità del lavoro, le alleanze territoriali per fare crescere ed innovare il sistema produttivo ed un più stretto rapporto tra pubblico e privato per gestire le problematiche esistenti. Sono queste alcune delle principali responsabilità che il mondo cooperativo Imolese ritiene di avere nei confronti della Comunità.  Lo sforzo congiunto con le istituzioni per il riaggancio di un nuovo modello di crescita e di un nuovo equilibrio sociale è fondamentale, ma è soprattutto necessario non perdere di vista l’esigenza di definire una visione strategica del futuro, attorno alla quale ogni attore deve essere posto nelle condizioni di portare il proprio contributo e di assumersi la sua responsabilità.  La capacità delle Cooperatrici e dei Cooperatori di seguire l’evoluzione della società con i propri principi ed i propri valori ha consentito, in oltre centocinquanta anni di storia, di sviluppare nel nostro Paese e nel nostro territorio un movimento diffuso e radicato. In questo contesto assume particolare rilevanza il confronto che il dibattito congressuale consentirà di sviluppare all’interno delle Imprese Cooperative con le basi sociali ed all’esterno con la Comunità Locale, per ricollocare al centro delle valutazioni relative al mondo Cooperativo le problematiche, le prospettive ed il contributo che l’economia sociale può apportare in questa fase di profonda trasformazione del nostro Paese.Il Presidente
Sergio Prati  
IMOLA, 17 DICEMBRE 2010                                                                           

                         

    ANDAMENTO BILANCI COOPERATIVE E IMPRESE ADERENTI  (in migliaia di €) 
Alcuni Dati di Bilancio 2006 2007 2008 2009 VAR. % Precon.tivi VAR.%
          2009 su 2008 2010 su 2009
Numero Cooperative 79 79 80 75 -6,25% 66
Addetti fissi 6.945 7.036 7.091 6.904 -2,64% 0,09%
Altri Occupati 452 434 437 333 -23,80% 0,20%
Fatturato 1.927.183 2.211.520 2.182.776 1.789.474 -18,02% 1,74%
Fatturato Export 846.588 1.009.057 954.273 736.984 -22,77% 14,77%
Investimenti 82.905 122.762 97.353 84.356 -13,35% -59,11%
Autofinanziamento Soci 121.749 122.761 125.940 130.186 3,37%  
Patrimonio netto 1.337.392 1.408.452 1.550.843 1.573.729 1,48%  
Utile netto 77.065 84.550 74.798 37.537 -49,82%  
Soci 61.041 62.581 65.238 65.662 0,65% 2,20%
 
 
Prec. >
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