Come sempre, in questo periodo dell’anno, si sta avviando la stagione delle assemblee di bilancio. Si tratta di una occasione importante per fare il punto con le basi sociali, rispetto all’andamento del 2009 e per aggiornare le tendenze del 2010 partendo da una conferma: la crisi è reale, è scritta negli andamenti delle imprese, nei bilanci delle famiglie e delle Istituzioni.

     Le nostre aderenti, sulla base dei preconsuntivi, hanno conseguito anche nel 2009, risultanze importanti e soddisfacenti, che però risentono di un lungo anno di crisi economica. Dopo una prima fase di caduta verticale dei fatturati e di assoluto immobilismo, i volumi si sono stabilizzati (ancorché al livello più basso) e qualcosa effettivamente ha iniziato a muoversi. Ovviamente non ci sono le condizioni per poter realisticamente parlare di ripresa o di uscita dalla crisi. Si manifesta, in maniera generalizzata, una netta riduzione dei margini di redditività, un consistente allungamento dei tempi di incasso, un marcato incremento di insoluti e fallimenti nella clientela.

     Le nostre aderenti hanno cercato di resistere, ma allo stesso tempo hanno proceduto con riorganizzazioni societarie e produttive, tese a recuperare efficienza e produttività, salvaguardando in particolare la propria presenza sul territorio, hanno continuato ad investire (in ricerca; innovazione; acquisizioni di quote di mercato), a diversificare, si è continuato ad operare sulla formazione ed aggiornamento delle persone, patrimonio insostituibile delle imprese.